Categoria: Scritti sparsi

L’EICMA è pieno di vacche!

No fermi, ferme, non linciatemi, almeno non ancora.

Non lo sostengo io, lo sostiene unA amabile utentA di un gruppo facebook che aggiunge “che manco sanno cosa sia un bicilindrico, cazzo!”.

Che all’EICMA ci siano quasi più pipparoli che motociclisti è un dato ormai assodato da tempo, che nemmeno molti dei suddetti pipparoli non sappiano cosa sia un bicilindrico, è anch’essa una certezza, quello che mi ha stupito è la botta di acidità che queste figliole suscitano in alcune motocicliste. Dagli uomini paganti ho sentito dire le peggio battute da caserma, ma difficilmente ne ho sentiti lasciarsi andare in giudizi morali così crudi come quelli emessi inappellabilmente da alcune loro colleghe.

So già che, a questo punto, qualcuna avrà già urlato “collega un cazzo, io non faccio la zoccola”, confermando quanto ho appena scritto sopra.

Ebbene, devo smentire due luoghi comuni:
– primo, il fatto che si facciano fotografare insieme a voi, non implica che accetteranno inviti a cena, numeri di telefono, biglietti da visita, aeroplanini con scritto dentro “vola via con me” o addirittura offerte tipo “ti faccio fare un film coi vanzina” (tutto vero)
– secondo, il fatto che non facciano altro che restare sedute su una moto, generalmente in vestiti attillati, non implica il fatto che siano zoccole

Qualcuna è motociclista, e a qualcuna delle moto non frega assolutamente nulla, quindi, evidentemente, non è tenuta a sapere cosa sia un bicilindrico visto che non deve spiegare fiches tecniche ai visitatori (comunque conosco anche motocicliste, ed anche motociclisti, che non sanno cosa sia un bicilindrico o quasi)

hot-mess-ducati-panigale-motocorsa-1Stendiamo un velo pietoso sulla categoria pipparoli e soffermiamoci un attimo sui giudizi morali, la domanda che mi pongo è “perchè -in linea di massima- solo le donne giudicano “zoccole” altre donne che usano la loro immagine per guadagnarsi da vivere? La prima osservazione che ho fatto è che difficilmente una che potenzialmente potrebbe fare un lavoro del genere giudica male chi effettivamente lo fa. Mi spiego meglio, in genere questi giudizi categorici ed assoluti mi sanno un po’ di “vorrei ma non posso” (e qui qualcuna mi starà odiando ferocemente).

La seconda osservazione che mi viene in mente, è che non riesco a capire perchè se fai vedere il cervello sei una paladina della categoria, se fai vedere il culo no, sono entrambe parti anatomiche degne di rispetto ed aventi una loro dignità.

Boh, sarà un mio mero punto di vista ma ho la netta impressione che “l’emancipazione femminile” diventi autoghettizzazione, ho letto post di donne che si rifiutano di andare in giro con motociclisti uomini, ho letto di manifestazioni durante le quali era espressamente richiesto di lasciare a casa gli uomini, la cui partecipazione non è gradita.
Ho letto post di donne che prima sostengono che andare in moto è una cosa perfettamente normale anche per una donna, e poco dopo “non credevo ce l’avrei mai fatta, pensavo fosse impossibile” (ragazza mia, a meno che tu non sia totalmente ottenebrata, come hanno imparato tanti maschietti, non vedo perchè una donna non dovrebbe riuscirci o dovrebbe sentirsi un fenomeno per esserci riuscita)

Ho letto una scrivere “dovreste vedere le facce della gente quando mi fermo, tolgo il casco, e vedono che sono una donna, non sanno cosa dire, una volta uno mi ha addirittura sorriso” (giuro, ha scritto così)

Ok, può anche starmi bene, potrei anche farci sopra decine di battute scontate, ma se la stessa cosa venisse scritta sulla locandina di un motoraduno esclusivamente maschile, oltre alle solite scontate battute sul fatto che i motociclisti sono mezzi ricchioni, probabilmente ci sarebbero un paio di interrogazioni parlamentari, una manifestazione di protesta, un centinaio di reggiseni bruciati e quei pochi motociclisti non ricchioni, non la vedrebbero per dei mesi.
In compenso giusto due minuti fa mi capita sott’occhio il link a un articolo di PIANETA DONNA (quindi sicuramente non una bandiera del machismo militante), scritto da una donna, i cui titoli di paragrafo sono:

IMAG0438 Il look (e la scelta della moto) della perfetta motociclista (sia mai che prendi una moto fuorimoda o della scorsa stagione)
– Essere di moda anche sulla moto (quest’anno va il look hipster, ma l’anno prossimo? cambi moto e guardaroba? E se un anno dovesse andare il look ballerina classica?)
– La scelta dei colori della moto (tremo al pensiero di quando andrà di moda la fantasia tartan o pied-de-poule)
– La scelta degli accessori e la personalizzazione (ovvero consigli per i carrozzieri che intendano verniciare il serbatoio pendant  con le unghie della pilota)
– L’aspetto tecnico e funzionale PER ULTIMO…

 

Ragazze, non vi viene il dubbio che, a volte, un po’, vi stiate tirando la zappa sui piedi?
Ok, adesso potete anche linciarmi.

Il SUO punto di vista. L’opinione di Maria.

IMG_20141005_164319Penso sia capitato a quasi tutti i motociclisti di essere vittime dell’idea di mettere in sella la propria compagna.
Qualcuno non ci riesce, qualcuno si, ma cosa succede di preciso quando ci riesce?
Succede che poi, se ha un blog, vuole un articolo. E quella è la parte più difficile.

(Quello che succederà appena vede la foto qui a fianco, ve lo risparmierò, sarà cruento)

 

 

 

Questo è un videoriassunto.

E questo è quello che pensa, senza filtri intermedi.

Ricordo perfettamente lo sguardo terrorizzato dell’esaminatore della motorizzazione quando tagliai con disinvoltura la strada a un furgone bianco. La patente però me la diede comunque.

“FBL” mi disse

“FBL?”

“Fa balà l’occ!”

Il mio sguardo vacuo a quella che doveva essere una illuminante spiegazione fece comparire nei suoi occhi un guizzo di ripensamento, ma l’omino della scuola guida con una disinvolta gomitata mi salvò dall’impiccio.

La foto della mia patente è proprio venuta bene. Sarebbe stato un peccato.

Non è che le cose poi, con gli anni (pochi eh!), siano molto migliorate. Ma le due ruote sono un’altra cosa, giusto?

E spero che siano un’altra cosa anche rispetto alla bici, che di ruote sempre due ne ha. No, perché i vigili riescono a tirarmi le orecchie pure quando pedalo. E la mia bici è poco più che un triciclo.

Questa premessa può spiegare lo sgomento di chi mi conosce nel vedermi inerpicata sopra un KTM 950.

Pesante. Molto pesante.

Enorme. Molto enorme.

E alto. Molto alto.

E io appollaiata là sopra che comincio a chiedermi ‘perché?’ e cerco di stirarmi le gambe più che posso. Per la prima volta nella mia vita mi sento bassa. Eccolo il primo insegnamento motociclistico: essere bassi è una fregatura. Pure se non lo sei.

Stira la gamba, non inclinare la moto, stira la gamba non inclinare la moto.

E non è che vedere le foto di Gaston Rahier, che nano lo era davvero, mi sia di gran conforto.

Stira la gamba, non inclinare la moto, stira la gamba non inclinare la moto.

Mi concentro.

Trovo un equilibrio precario e cerco di focalizzarmi su quello che dice il Pelati.

Stira la gamba, non inclinare la moto, stira la gamba non inclinare la moto.

‘Premi la frizione e metti la prima’

FBL almeno era un segnale in codice. Questo è italiano, ma lo sguardo vacuo è lo stesso di tanti anni fa. Ehm… pochi anni fa. Pochi!

Stira la gamba, non inclinare la moto, stira la gamba non inclinare la moto.

Ok, certo, se ci sono le marce ci deve essere una frizione. Logico. Che la frizione stia al posto del freno anteriore, però come facevo a saperlo? E sono sicura che non dipenda dal fatto che sono concentrata a non scatafasciarmi in terra col kappone.

Il neurone, quando non è impegnato a stirare la gamba e a non inclinare la moto, sbraita un sempre più isterico ‘PERCHE’?’

Comincio a credere che abbia ragione.

L’entusiasmo che dovrei avere io lo vedo tutto nel Pelati, ma temo sia tardi per i ripensamenti.

E allora parto. Parto.

Wow. Si muove.

Fico. Non cade.

Wow. WOW. UuuuH WOW sto andando! Sto andando!! STO AAANDANDOOOOO!!

E’ iniziata così.

Il neurone il perché alla fine non l’ha mica ben capito, però ha smesso di urlare e secondo me si diverte un casino.

P.S.: ovviamente appena mi sono fermata sono caduta. Io e il kappone. Forse in quel momento il Pelati ha perso l’entusiasmo iniziale. Il suo entusiasmo maltrattato l’ho adottato io. E a lui ho lasciato i miei ripensamenti. Ma ormai è tardi. Il neurone si è messo il casco.

Senza parole, o meglio, ne bastano poche.

Questo è lo spot “ufficiale” del KTM990 adventure (quando è uscito il 950 non c’era ancora stato il boom di youtube e non ho trovato un video dedicato, anche se questo è girato con un 950)

 

Questo è lo spot ufficiale del nuovo KTM 1290 Superadventure

 

A parte la ovvia differenza di qualità video… notate niente?

 

Potete dire quello che volete, che è quello che vuole il mercato, che è quello che la gente compra, blah blah blah, ma la seconda NON E’ parente della mia adventure. Non ne è nemmeno l’evoluzione, è un’altra moto.
E un po’ mi dispiace, perchè un’altra vera “adventure” non esiste.

Non è la moto adatta! ( ovvero “meno pugnette e più moto” )

goldwing_offroadWeekend appena trascorso, “tragedy tornant training” organizzato da Motociclismo all travellers, oltre al solito gruppo di enduroni, enduri, endurini, enduretti si nota qualche personaggio che sembra fuori luogo: un tizio con una Honda Goldwing che si fa tutto il corso di guida offroad girando su una pista da cross, un altro tizio con un BMW R65 d’epoca, con tanto di parabrezza e valigie rigide, e una ragazza con una Honda CB500, questi ultimi due hanno felicemente finito il giro offroad della domenica, guado compreso, senza sdraiarsi, senza rallentare minimamente il gruppo e senza nessun tipo di problema.

 tragedytornant_BMW_guadoE, al solito, sul web spuntano i commenti “ma che senso ha con una moto del genere?” “ma dove starà il divertimento?”, penso sia l’ennesima conferma di due assiomi:

-primo: ognuno si diverte come stracazzo gli pare (e a vedere le facce dei pazzi di cui sopra, a fine giro, si sono divertiti eccome)
-secondo: le moto sono mediamente più elastiche dei motociclisti.

Sul primo punto c’è poco da discutere, uno della propria moto fa quello che vuole e non ci piove.

Sul secondo invece si potrebbe aprire una discussione epocale, ma, di fatto, un CB500 non si smonta se gli fai fare dello sterrato anche “mediamente” impegnativo (in rapporto al fatto che è una stradale, non parlo di portarla in mulattiera), una moto da turismo non esplode se finisce in acqua fino ai mozzi e, all’estremo opposto, qualcuno si diverte anche a portare in pista una endurona.

 LEOK1_adventure_pista

So anche di qualcuno che ci è rimasto male vedendo locals che scalavano le dune in Africa a bordo dei ciclomotori più improbabili e, personalmente, ho tirato una delle migliori facciate della mia vita seguendo un amico su un vecchio guzzi in fuoristrada.

La domanda è utragedytornant_CB500n tantino retorica ma non sarà che, forse, è meglio provare prima di emettere sentenze o, se non si vuole provare (punto di vista rispettabilissimo) è meglio evitare di emettere sentenze? Il rischio è quello di venire clamorosamente smentiti da una ragazza su una moto che di fuoristradistico non ha NIENTE e che probabilmente, prima di questo, aveva fatto offroad al massimo su un tratto di strada con l’asfalto in rifacimento 😀

(Ringrazio Mario Ciaccia di “Motociclismo” per le fotografie in off, e LEOK1 del forum LC8.org per la foto del kappone in pista)

 

Pozzanghere per i bambini grandi.

Ripropongo qui un pezzo scritto anni fa sur un newsgroup, penso che qualcuno ci si possa riconoscere.

Sono in moto da non so bene quante ore, piove a dirotto (ovviamente dallo stesso numero di ore) e so solo che ho ancora un massacro di Km da fare, se devo essere sincero ne ho un po’ piene le palle, questa vacanza non è iniziata nel migliore dei modi, un ritardo pauroso alla partenza, poi mi aggorgo di avere un fusibile bruciato che mi fa ritardare ulteriormente, cambio il fusibile mi dimentico il paraschiena e devo tornare indietro, e come se non  bastasse, un centinaio di km fa la giacca ha collassato e mi sta entrando acqua da tutte le parti…

Ad un certo punto davanti a me trovo altre 5-6 moto, sono le prime da quando sono partito e -quasi ovviamente, in inverno- sono tedeschi.

Siamo nella stessa barca, fradici pure loro, imbottigliati nel traffico pure loro; quando li raggiungo ci scambiamo uno sguardo da dentro i caschi…

vecchia-gixxerAvete presente quelle occhiate che riassumono in un attimo le domande:  “chi cacchio ce lo fa fare?” e “allora non sono l’unico scemo che va in moto con questo tempo?”…un po’ rassegnati , un po’ incazzati, un po’ orgoglioNi di essere in strada comunque, nonostante il tempo da lupi e, soprattutto la complicità dei bambini che l’hannof atta grossa, tipo “chissà se lo sapesse la mamma come si incazzerebbe…”.In uno scambio di occhiate è racchiuso tutto il divertimento dell’andare in moto quale che sia il tempo, la strada o la temperatura. E’ esattamente come saltare a piedi pari nelle pozzanghere, ti bagni, pigli freddo, ti sporchi, fai incazzare a morte le persone “serie”, ma è  divertente…          Questa è la nostra pozzanghera per bambini grandi

Facciamo una manciata di Km insieme, per un po’ mi diverto a far musica con un altro tipo con lo scarico aperto, in galleria sono due tonalità distinte che fanno tremare i vetri delle auto, quando sgasa uno chiude l’altro e viceversa e la cosa ha una sua strana musicalità; poi il traffico ci divide, ognuno per la sua strada. Quante volte capita una cosa simile? E quante volte capita di reincontrare le stesse persone magari a centinaia di Km da lì… è un po’ il destino dei viaggiatori, bene o male destinati a reincontrarsi e, quando capita, a trattarsi come amici da una vita…E una delle cose più belle dell’andare in moto, ed anche se arrivo a destinazione alle 22 passate, fradicio da fare schifo e stanco morto, non riesco ad essere di cattivo umore, è l’inizio di una nuovo viaggio, come sempre senza programma, senza
destinazione e senza tappe prefissate.

DSC02657Il giorno dopo mi rimetto in marcia verso le Gole del Verdon, le ho già viste diverse volte e continuo a considerarle uno dei posti più incredibili ed affascinanti che conosca, appena posso ci torno. Strade fantastiche, i panorami ancora di più, ma la cosa che più colpisce in questa stagione sono i profumi, è primavera e in certi tratti entrano nel casco talmente forte da essere quasi fastidiosi, conifere, erba bagnata, fiori, terra, impossibile distinguerli tutti.
In uno dei punti panoramici delle gole incontro altri 4 motociclisti, stavolta italiani, solite 4 chiacchiere di rito “dove andate? Viaggi solo? Quando partite?” destinate ad essere dimenticate nel giro di 5 minuti, ma è bello così, riparto e, ancora una volta, percorrere il bordo della gola è un’impresa, ogni curva una foto, ogni Km sono fermo per vedere uno scorcio diverso; per fare una 20ina di Km ci metto quasi un’ora, e tutte le volte è la stessa storia. Pazienza, non mi rincorre nessuno e non mi aspetta nessuno…

Passo da Aiguines, ricordi, ricordi che ho rimosso, quindi do un’occhiata in giro e passo oltre, arrivo a la Palud e mi piazzo nel campeggio di Bourbon. Bourbon è il cambping “storico” del Verdon, uno di quei posti che non hanno assolutamente nulla di particolare, se non la gente che ci trovi dentro… arrampicatori, base jumpers, semplici
scarpinatori (che magari stanno attraversando l’Europa a piedi però…), tutti intorno ad un fuoco, una bottiglia di rosso (la birra sembra non andare molto…) a raccontare le storie più inverosimili di arrampicate incredibili, voli paurosi, viaggi allucinanti… tutti esagerano un po’, tutti sono un po’ banfoni, ma è bello così. E se hai culo può capitare di trovare arrampicatori di livello mondiale che per una o più notti si mescolano al gruppo dei ravanatori della domenica, senza nessuna superbia, senza spocchia, pronti anche loro ad attaccarsi alla bottiglia o afare un tiro dall’immancabile canna che gira. Faccio le due di notte, poi sono stravolto e mi infilo in tenda, il giorno dopo scopro con piacere che Bourbon (proprietario del campeggio) è un tipo particolare, non ha tariffe fisse ma si fa pagare in base a quanto gli sei simpatico, dopo averlo fatto capottare dal ridere con il mio francese inverosimile mi vedo presentare lo spaventoso conto di 3 (TRE) euro e 50, per la notte con tenda e moto. Riparto felice di
aver conosciuto uno dei personaggi che hanno fatto la storia di questo posto.

Proseguo, voglio arrivare ad Aix-en-Provence, altro posto che ho già visto diverse volte e a cui sono affezionato, stavolta ci faccio una toccata e fuga, o inizio un po’ a riavvicinarmi all’Italia trovando una stanza per la notte oppure la vedo grama, Aix, St Maximin, Brignoles, le Luc… sembra non esserci un buco libero, sono quasi rassegnato a farmi un’altra notte in tenda (senza capeggio stavolta…) quando a ciò si aggiunge il problema della benzina che è drammaticamente agli sgoccioli.
Visto che sono una persona estremamente intelligente, invece di andare verso il paese più vicino, decido che le Thoronet ha un nome che mi ispira e c’è anche l’abbazia, pare un paesino minuscolo e penso “ci sarà posto di sicuro…” infatti c’è, in un logis splendido per la modica cifra di oltre sessanta euri a notte, SOLO la notte, senza nemmeno la colazione.
Riparto verso Lorgues,e poi, non trovando benzina, arrivo a Draguignan, qui non solo c’è un distributore, ma anche un ottimo alberghetto, la proprietaria mortificatissima mi dice che l’ultima stanza rimasta è senza bagno, bisogna usare quello del corridoio, però c’è la doccia, grasse risate quando le rispondo tranquillamente che sono sicuramente più sporco io del bagno in corridoio (che per inciso era pulitissimo, visto che lo usavo solo io).
Cena, due passi in paese, cerco di entrare nell’unico locale aperto ma il buttafuori mi si para davanti dicendo che in felpa e scarpe da ginnastica non posso entrare, è un club… Pazienza, giro un po’ guardando il paese e torno in albergo.
Mi addormento alle 23.30 e mi faccio quasi 11 ore filate di sonno, quando mi sveglio mi rendo conto che è lunedì, devo rientrare e mi aspettano un fottio di Km, la tappa di ritorno verso casa sembra sempre lunghissima e non ho MAI nessuna voglia di iniziarla…
Sempre perchè sono una persona intelligente e dotata di buonsenso, invece di prendere la strada più veloce ricomincio a girare a caso per statali e dipartimentali, la allungo parecchio ma ne vale assolutamente la pena, chi se ne frega degli orari…

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Poi in un modo o nell’altro mi ritrovo a Ventimiglia… decido di prendere l’autostrada…. colonna continua fino a genova, qui sclero e decido di prendere la Valtrebbia, si sono sempre più  intelligentissimo, fa ancora buio presto, sono le 7 di sera, sta piovendo ed ho la gomma davanti sulla tela e le pastiglie dei freni sul ferro. Però la Valtrebbia di notte con la pioggia è splendida, così non l’avevo mai vista (anzi… non l’ho vista nemmeno stavolta, ma che buio c’è???).
Arriverò a casa alle 23 passare, dopo quasi 13 ore di viaggio, stravolto, infreddolito, stanco morto… ma con un sorriso a 64 pollici stampato sulla faccia sporca (ultimi km a visiera aperta…) Restano tante foto, ricordi, facce, posti, profumi, tutte cose che nemmeno il report più dettagliato potrebbe rendere… Adesso si torna alla routine, almeno per un po’… ma qualche idea malsana che gira in testa c’è già, il prossimo viaggio, la prossima pozzanghera in cui andare a fare i salti.

Ma chi te lo fa fare?

Vado in moto da poco più di 15 anni, non è moltissimo e non è nemmeno poco, da sempre però ho pensato che, esattamente come qualsiasi altro hobby, il motociclismo fosse un’attività da praticare a prescindere dalle condizioni meteo e dalle stagioni.

Traduzione: uso la moto tutto l’anno, mi sono beccato le condizioni meteo più allucinanti, e, tutto sommato, mi sono SEMPRE divertito.

gixxernebbiaE’ normale quindi che mi sia sentito ripetere centinaia di volte le domande “ma non hai freddo?”, “ma che gusto c’è ad andare in moto quando piove?”, non è pericoloso andare in moto quando nevica?” e soprattutto “ma chi te lo fa fare?”,

le risposte a queste tre domande sarebbero riassumibili in “si, ho freddo, ma non più che a sciare o andare a correre in inverno”, “c’è molto più gusto di quanto non si possa credere”, “non necessariamente” e soprattutto “nessuno ME LO FA FARE, lo faccio perchè mi piace”

Però, visto che me lo sono sentito chiedere anche qualche sera fa, arrivando ad una presentazione, in moto a 1°, vedrò di dilungarmi un po’ di più su questa cosa terrificante che è “andare in moto d’inverno”

Primo presupposto fondamentale: l’abbigliamento in moto è importantissimo, in moto in inverno è assolutamente fondamentale e fa la differenza tra una bella gita ed una sofferenza inumana.

Secondo presupposto fondamentale: andare in moto in inverno non è “più pericoloso”, è diverso, per certi versi si rischia qualcosa in più, per altri infinitamente meno.

Ultimo presupposto fondamentale: andare in moto NON E’ indispensabile, mai, ognuno è libero di andarci come vuole, quando vuole ed ha le sue personali motivazioni, questo non vuol quindi essere un giudizio su chi la moto in inverno non la prenderà mai, sono degli esseri inferiori e come tali vanno accettati (GIURO, sto scherzando 🙂 );

gixxerneve

bisogna però anche dire che molti di quelli che la moto in inverno non l’hanno mai toccata, non lo fanno perchè PENSANO che sia una cosa terrificante, o perchè non sono equipaggiati nel modo giusto o ancora, semplicemente, perchè non sono mai stati motivati a farlo; mi piacerebbe che questo articolo riuscisse ad incuriosire almeno qualcuno e indurlo a provare a farsi un giretto durante la “brutta” stagione.

Vediamo di analizzare i tre punti in tre articoli diversi:

Guardo la partita…

Poi penso alla moto
E ri-butto un occhio alla partita
E ri-penso alla moto

E mi dico che due buoni scavatoristi, in un giorno, potrebbero ricavare dentro a qualsiasi stadio una bellissima pista da cross.

E sarebbe un sacco più bello 🙂

Chiedete e vi sarà dato…

Eccoci qua, dopo aver elaborato un’idea che fai? Compri le cartine topografiche, ti informi in giro, passi le serate su google earth a guardare strade più o meno sterrate, ad immaginarti fico come un navigatore di terra (ma quandomai?) mentre solchi spazi infiniti, magari sul crinale di una collina, col sole alle spalle ed una nuvola di polvere che ti si alza da sotto le ruot… ok, torno coi piedi per terra…

Comunque, elaborata l’idea, concluso che hai buone possibilità di portarla a termine, ti chiedi: “non è che magari pò interessare a qualcuno e posso unire l’utile al dilettevole?”; e allora mail su mail a produttori di accessori

motociclistici, a testate di riviste, proponendo a tutti quella che a te sembra un’idea assolutamente esagerata.

Poi un amico ti dice “contatta loro, potrebbero essere interessati”, mandi una mail, passa una settimana, passano 10 giorni, pensi che la risposta sia il mutismo più assoluto com’è andata con tutte le altre e, 11 giorni dopo trovi una mail che recita:

“Buongiorno Stefano sono Simona dell’ufficio comunicazione GIVI.

Mi scuso per il ritardo nella risposta ma la scorsa settimana eravamo sommerse di lavoro!!”

E ti senti esattamente come quando avevi 4 anni e ti davano in mano un pacco da scartare, la GIVI che è interessata al viaggio, parafrasando un comico “MIIIII NON CI POSSO CREDERE”.

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Quindi oggi pomeriggio in ditta, dove il kappone viene allestito con borse in alluminio Trekker Outbackborsa da serbatoio SV205 borsa stagna WP407 (talmente in anteprima da non essere ancora arrivata in negozio), ed io vengo allestito con un casco X.01 Tourer. Il tempo di fare qualche Km per capire come sono, e vedrò di stendere una ricca recensione su tutto.

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